Le funzioni della febbre e rimedi naturali

Cosa è la febbre?

La presenza di febbre è una reazione fisiologica normale e naturale dell’organismo, la maggior parte del tempo legata alle infezioni. Con la presenza del Covid19, è ancora più rilevante il discorso sulla febbre e il fatto di conoscere le sue sottilità e soprattutto i suoi effetti protettivi!

È giusto cercare di abbassare la febbre a tutti i costi?

Vi riprendo un po’ di idee chiave dell’“American Academy for Pediatrics”, che è l’associazione Americana dei pediatri che ha pubblicato un articolo(1) dove spiega la sua posizione sulla gestione della febbre:

“Bisogna sottolineare che la febbre non è una malattia, in realtà, è un meccanismo fisiologico che ha effetti positivi per combattere l’infezione”.

“Il grado della febbre non è sempre correlato alla gravità della malattia. La maggior parte delle febbri di breve durata sono benigne e potrebbero in realtà proteggere il paziente”.

“Gli effetti benefici potenziali della riduzione della febbre includono il sollievo del disagio del paziente e la riduzione della perdita idrica.”

“I rischi dell’abbassamento forzato della febbre includono il ritardo della diagnosi delle cause sottostanti e dell’inizio della terapia”

“Non c’è nessuna evidenza che i bambini che hanno la febbre, a differenza dell’ipertermia, sono a rischio di esiti avversi come i danni al cervello”.

L’idea principale dell’“American Academy for Pediatrics”è quindi che la febbre sia un processo naturale secondario alla vera malattia e che non c’è bisogno di cercare di combatterlo in quanto ha effetti positivi sul processo fisiologico di guarigione.

La decisione sul cosa fare spetta sempre al medico che è in grado di valutare la causa della febbre e il suo trattamento.

Quali sono i vantaggi della febbre?

Riassumiamo l’importanza di assecondare il corpo nel suo sforzo di aumentare la propria temperatura e di non cercare di abbassarla se non sotto consiglio medico(1):

  • La febbre crea un ambiente sfavorevole alla crescita e alla riproduzione dei batteri e dei virus, il che permette di avere un numero minore di patogeni che i globuli bianchi dovranno combattere;
  • Migliora la qualità della risposta immunitaria dei globuli bianchi;
  • L’andamento naturale della febbre permette al medico una diagnosi più precisa;
  • Alcuni dati, anche se pochi, rivelano che la febbre potrebbe aiutare il corpo a recuperare più facilmente dalle infezioni virali;

Attenzione: con la febbre, esiste il rischio di disidratazione soprattutto per gli anziani e i malati cronici. La febbre riduce l’appetito in modo naturale, una cosa che può essere problematica per le persone debilitate che non hanno la forza fisica per affrontare la richiesta metabolica della febbre.

Quali sono le manifestazioni e i suoi sintomi?

In una situazione normale, il corpo mantiene la sua temperatura parametrata all’incirca sui 37° e cerca di mantenerla sempre a prescindere dai cambiamenti ambientali attraverso vari meccanismi:

  • Quando fa freddo tramite brividi e vasocostrizione delle aree periferiche;
  • Quando fa caldo tramite vasodilatazione e sudorazione.

Invece in caso di una situazione patologica in corso, per esempio durante un’infezione, subentra la febbre (il perché subentra lo spiegheremo più avanti): processo complesso che prevede l’aumento regolato della temperatura.

In questa situazione, il ” termostato” cambierà e diventerà per esempio 39°, di conseguenza il corpo cercherà di raggiungere tale temperatura in quanto considererà la temperatura normale (37°) come fredda.

Prima fase: motore in marcia per generare calore 

La prima fase della febbre è dunque quando il corpo cerca di aumentare la propria temperatura usando meccanismi simili a quelli che subentrano quando ci si espone all’ambiente freddo(2):

  • Inibizione della perdita di calore tramite vasocostrizione (portando a brividi, pelle d’oca);
  • Contrazione muscolare;
  • Assunzione della posizione fetale per minimizzare gli scambi termali con l’ambiente;
  • La ricerca di ambienti caldi, il vestirsi in modo caldo.

Seconda fase: picco di temperatura raggiunto, il corpo elimina la febbre, da solo

Una volta che l’infezione è regredita,  il “termostato” torna ad essere normale (37°), quindi il corpo scatena le risposte fisiologiche di quando vuole abbassare la temperatura(2):

  • Vasodilatazione;
  • Sudorazione.

Quali sono i rischi legati all’eliminazione artificiale della febbre?

Numerosi fonti e studi dimostrano che abbassare la febbre con farmaci antipiretici (farmaci che abbassano la febbre) interferisce in modo negativo sulla risoluzione dell’infezione.

Uno studio(3) pubblicato nel “The Royal Society Publishing” che tratta dell’effetto di soppressione della febbre e l’aumentato contagio nella popolazione riporta che:

  • Gli antipiretici sembrano aumentare il rilascio del virus dalle cellule una volta finito il suo ciclo di replicazione. Questo vuol dire un maggiore potere infettivo del paziente;
  • I pazienti che assumono antipiretici si sentono meglio per poter avere interazioni sociali pur portando ancora il virus àRischio di contaminare più persone ;
  • Gli antipiretici allungano il periodo d’infezione nella varicella nei bambini;
  • Uno studio su volontari infetti da influenza di tipo A dimostra che il periodo d’infezione si allungava nei pazienti che hanno assunto antipiretici.

Numerosi studi in vitro, su animale e clinici (4), (5), (6), (7), (8) dimostrano che l’uso degli antipiretici porta a:

  • una risposta immunitaria inadeguata;
  • infezioni più lunghe;
  • tassi di mortalità più elevati.

Aspirina & la mortalità nella pandemia influenzale del 1918(9)

Nel 1918, dal momento in cui è stato raccomandato l’uso dell’aspirina per trattare i pazienti affetti dall’influenza del 1918 da H1N1, la mortalità è aumentata. L’ipotesi presentata è che la dose dell’aspirina (da 8 a 31,2g al giorno) allora usata ha contribuito alla gravità della patologia virale e della mortalità causando iperventilazione (33%) e edema polmonare (3%).

È importante non fare automedicazione con l’aspirina o altri NSAID se non sotto consiglio medico.

Esistono dei rimedi naturali contro la febbre?

Dal punto di vista erboristico, quello che si cerca di fare è di accompagnare il corpo nelle varie fasi della febbre e di sostenere il suo andamento naturale senza cercare di abbassarla e allo stesso tempo si cerca di aumentare il benessere del malato.

La prima fase:

Il corpo sta cercando di aumentare la temperatura, il malato ha brividi e sensazione di freddo. Oltre a stare sotto le coperte al caldo, useremo piante “riscaldanti” dal punto di vista energetico che asseconderanno lo sforzo del corpo. Sono adatte quando la persona è fredda, pallida :

  • Cannella, soprattutto se la febbre è associata a diarrea: far bollire 1 cucchiaio da minestra di corteccia di cannella in 300 ml d’acqua per 10 minuti;
  • Zenzero, soprattutto in presenza di nausea: preparare infusi poco concentrati, ½ cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente e lasciare infondere per 15/20 minuti;
  • Pepe di Cayenna come spezia nei cibi o da aggiungere agli infusi (1 punta di cucchiaino);
  • Achillea in tisana;
  • Timo in tisana.

Questi infusi si possono dolcificare con miele che ha ulteriori proprietà disinfettanti. L’ideale è di preparare 1 litro d’infuso/decotto e metterlo in un termos per tenerlo caldo e di sorseggiarlo durante la giornata.

La seconda fase:

Ora che il corpo ha raggiunto la temperatura desiderata e i patogeni si stanno eliminando, l’organismo cerca di aprire i pori e stimolare la sudorazione per abbassare la temperatura. La persona ha caldo, cerca di rinfrescarsi. Le piante da usare sono quelle diaforetiche che aiutano a rilasciare la febbre e a favorire la sudorazione:

  • Fiori di Sambuco: l’infuso caldo riduce il calore favorendo la sudorazione e la circolazione periferica.

Conclusione:

La febbre è una benedizione nella maggior parte dei casi, aiuta ad avere una risposta immunitaria adeguata e a combattere meglio l’infezione. È un segnale di un organismo reattivo, in grado di fare fronte ai patogeni. È controproducente cercare di eliminarla perché nel caso delle influenze più aggressive, si è dimostrato che è una pratica che porta a peggioramenti sostanziali.

In erboristeria, disponiamo di una varietà di piante che ‘supportano’ il corpo nel suo processo naturale e lo potenziano, per un maggior conforto del paziente, tipicamente lo Zenzero nella fase ascendente e i Fiori di Sambuco nella fase discendente.

Se avete neonati/bambini, non aspettate a consultare il medico in caso di febbre. Seguite sempre le raccomandazioni del vostro medico curante.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

 (1)Fever and Antipyretic Use in Children
Janice E. Sullivan, Henry C. Farrar, the Section on Clinical Pharmacology and Therapeutics and Committee on Drugs
Pediatrics March 2011, 127 (3) 580-587.

(2)Journal of Infection and Public Health – Volume 4, Issue 3, August 2011, Pages 108-124 – Fever, fever patterns and diseases called ‘fever’ – A reviewDimieOgoina

(3)Population-level effects of suppressing fever
David J. D. Earn, Paul W. Andrews, and Benjamin M. Bolker                           

(4)Vaughn LK, Veale WL, Cooper KE. Antipyresis: its effect on mortality rate of bacterially infected rabbits. Brain Res Bull. 1980 Jan-Feb;5(1):69-73.

(5)Eyers S, Weatherall M, Shirtcliffe P, Perrin K, Beasley R. The effect on mortality of antipyretics in the treatment of influenza infection: systematic review and meta-analysis. J R Soc Med. 2010 Oct;103(10):403-11.

(6)Jefferies S, Weatherall M, Young P, Eyers S, Beasley R. Systematic review and meta-analysis of the effects of antipyretic medications on mortality in Streptococcus pneumoniae infections. Postgrad Med J. 2012 Jan;88(1035):21-7.

(7)Pottathil R, Chandrabose KA, Cuatrecasas P, Lang DJ. Establishment of the interferon-mediated antiviral state: role of fatty acid cyclooxygenase. Proc Natl Acad Sci U S A. 1980 Sep;77(9):5437-40.

(8)Plaisance KI, Kudaravalli S, Wasserman SS, Levine MM, Mackowiak PA. Effect of antipyretic therapy on the duration of illness in experimental influenza A, Shigella sonnei, and Rickettsia rickettsii infections. Pharmacotherapy. 2000 Dec;20(12):1417-22.

(9)Salicylates and Pandemic Influenza Mortality, 1918–1919 Pharmacology, Pathology, and Historic Evidence – Karen M. Starko – Clinical Infectious Diseases, Volume 49, Issue 9, 15 November 2009, Pages 1405–1410

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