Può la vitamina D combattere le infezioni invernali?

Ripassando un po’ di letteratura scientifica viene confermata l’intuizione che nel nostro corpo, la vitamina D è al suo più basso livello all’uscita dall’inverno e che la popolazione in grande percentuale ha tendenzialmente livelli bassi di vitamina D(1).

La vitamina D, così disponibile eppure sfuggente..

La vitamina D la si trova in alcuni alimenti come l’olio di fegato di merluzzo, lo sgombro, il salmone, il tonno; ma non deriva tutta dagli alimenti: tra il 30% e il 70% di essa il corpo la sintetizzata esponendosi al sole.(2)

Perciò è chiara la correlazione tra livelli di questa vitamina nel corpo e la stagione dell’anno che si sta affrontando: è al livello più alto a Settembre ed a quello più basso a Marzo(3).

Perché parlare della vitamina D quando si vuole rinforzare l’immunità?

Il “Journal of Investigative Medicine” ha pubblicato un articolo che riporta(4):

  • La vitamina D è stata usata senza saperlo, per trattare la tubercolosi: la cura includeva l’esposizione al sole che si pensava potesse uccidere il batterio della tubercolosi. L’olio di fegato di merluzzo, ricco di vitamina D, è stato usato per lo stesso scopo e per proteggere generalmente dalle infezioni;
  • Sono stati riportati numerosi studi trasversali che hanno associato bassi livelli di vitamina D con aumento delle infezioni;
  • Un rapporto stilato su 19 000 soggetti tra il 1988 e il 1994 rivela che coloro che hanno un livello di vitamina D inferiore a 30 ng/ml riportavano più casi di infezioni delle vie aeree rispetto a quelli con livelli normali;
  • Altri studi trasversali dimostrano che un livello basso di vitamina D è correlato ad un aumentato tasso d’influenza.

Il calcitriolo, che è la forma attiva della vitamina D, funge da modulatore dell’immunità, ovvero:

  • Previene l’espressione eccessiva delle citochine infiammatorie (famiglia di molecole di vario tipo  implicate nella risposta immunitaria, sia per attivare l’infiammazione che per spegnerla)
  • Stimola l’espressione di potenti proteine antimicrobiche che si trovano sia nelle cellule immunitarie che nelle cellule che rivestono il tratto respiratorio dove giocano un importante ruolo di protezione contro le infezioni polmonari.

Grafico della variazione stagionale  della vitamina D plasmica 25(OH)D. Studio australiano su popolazione di 30 023 soggetti: (5)

Grafico livelli vitamina D & Stagione

Stagionalità & Distribuzione latitudinale delle epidemie influenzali di tipo A nel mondo 1964-1975, come riassunto dal “Weekly Epidemiological Record” dell’OMS. I diagrammi dimostrano la percentuale per ogni zona geografica rispetto al totale dei casi di quella zona. In entrambe le zone temperate sud & nord, l’epidemia si concentra nel periodo invernale:(6)

influenza incidenza

Per concludere…

Sembra che ci sia una correlazione tra bassi livelli di vitamina D e la frequenza e il grado di gravità delle affezioni invernali (non è l’unico fattore naturalmente).

Quello che potete fare è approfittare delle terrazze e dei giardini per chi può, tenendo conto che chi ha pelle più scura ha bisogno di tempi di esposizione al sole più lunghi rispetto alle persone che hanno la pelle chiara.

Altrimenti consumate pesce e alghe che sono una buona fonte di vitamina D; oppure assumete integratori di vitamina D.

Referenze:

  1. Association of the 25(OH) vitamin D status with upper respiratory tract infections morbidity in water sports elite athletes. Umarov J1, Kerimov F1, Toychiev A2, Davis N3, Osipova S3.
  2. Italian Association of Clinical Endocrinologists (AME) and Italian Chapter of the American Association of Clinical Endocrinologists (AACE) Position Statement: Clinical Management of Vitamin D Deficiency in Adults. Roberto Cesareo,1,* Roberto Attanasio,2 Marco Caputo,3 Roberto Castello,4 Iacopo Chiodini,5,6 Alberto Falchetti,7 Rinaldo Guglielmi,8 Enrico Papini,8 Assunta Santonati,9 Alfredo Scillitani,10 Vincenzo Toscano,11 Vincenzo Triggiani,12 Fabio Vescini,13 Michele Zini,14 and on behalf of AME and Italian AACE Chapter†
  3. Seasonal variation of serum vitamin D levels in Romania. Niculescu DA1, Capatina CAM2, Dusceac R2, Caragheorgheopol A3, Ghemigian A2, Poiana C2.
  4. Journal of Investigative Medicine – Vitamin D and the Immune System. Cynthia Aranow, MD
  5. Vitamin D status in an Australian patient population: a large retrospective case series focusing on factors associated with variations in serum 25(OH)D. Veronica Tsin Fong Voo,1,2,3 Jim Stankovich,2 Terence J O’Brien,2,3 Helmut Butzkueven,2,3 and Mastura Monif1,2,3
  6. Epidemic influenza and vitamin D. J. J. CANNELL,1,* R. VIETH,2 J. C. UMHAU,3 M. F. HOLICK,4 W. B. GRANT,5 S. MADRONICH,6 C. F. GARLAND,7 and E. GIOVANNUCCI8

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